L’affresco neoclassico nell’interpretazione creativa di Luigi Ademollo
6 Maggio 2015Benvenuta Miss Miller
28 Luglio 2015Questa vecchia foto che ritrae Gianni Versace e Sergio Baroni nei primi Anni 80, ci rimanda elle origini della mostra “L’affresco neoclassico nella vena creativa di Luigi Ademollo”. Alla fonte c’è infatti una storia di amicizia e di rapporti professionali tra Sergio Baroni e Gianni Versace.
Così racconta Baroni: “Ho conosciuto Gianni Versace nei primi Anni 80, quando ancora non si era trasferito a Milano e quando, per motivi familiari, mi recavo a Reggio Calabria a trovare mia sorella. Versace allora non era lo stilista noto in tutto il mondo che sarebbe poi diventavo. La stima reciproca nata allora sfociò in seguito in una collaborazione professionale. Al suo trasferimento a Milano, infatti, Gianni mi chiese di entrare nel suo ufficio stampa, dove lavorai assieme ad Anna Zegna: lei si occupava dei rapporti con la stampa, io degli eventi speciali. Parallelamente continuavo a coltivare il mio interesse per le arti decorative e l’antiquariato e le competenze sviluppate negli anni precedenti in questo settore mi permisero di offrire la mia consulenza su arredi e oggetti per Gianni Versace. Appassionato dello stile neoclassico, egli volle arredare la sua villa sul lago di Como completamente in questo stile, dedicando un’intera stanza a Luigi Ademollo. Osservandone le opere è facile capire come questo originale artista fosse nelle sue corde: i colori, i voluminosi drappeggi dei costumi, la drammaticità teatrale… tutto coincide con il gusto Versace. Io avevo già avuto modo di apprezzare Ademollo a Pietrasanta, dove viveva allora mio fratello, e a Pisa, città che frequentavo perché vi abitava mia sorella, diventandone. Lo potei apprezzare anche in altre città toscane: Firenze, Arezzo, Siena, Lucca… diventandone a mia volta un estimatore. La ricchezza, l’originalità, la fantasia, la sfarzosità delle vesti, la drammaticità dei gesti, l’accento sull’effetto scenografico che manda in secondo piano il rispetto dei canoni accademici e delle proporzioni anatomiche (si vedano gli arti possenti, le grandi teste e le voluminose capigliature) in una parola la sua personalizzazione antiaccademica dello stile neoclassico mi colpirono immediatamente. Una volta dispersa la collezione, cercai infatti di reperirla tramite aste, integrandola con opere da collezioni private e oggi sono felice di portare l’attenzione a un artista, grande affrescatore, fino a oggi a mio parere ingiustamente trascurato.”