Galleria Baroni e gli Amici della Scala

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E’ dallo scorso anno che abbiamo rafforzato il nostro rapporto con gli Amici della Scala, dedicando una mostra all’apertura scaligera del 7 dicembre, “Fidelio riflesso in terracotte”, e partecipando all’incontro annuale per la presentazione dei libri pubblicati dall’Associazione su temi della cultura musicale e teatrale. Quest’anno la presentazione si è tenuta il 25 novembre scorso, alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia, dell’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno e di figure d’eccezione del mondo della cultura e dell’arte, come Carla Fracci, Renato Bruson, Oriella Dorella, Luciana Savignano, Giulia Lazzarini, Ezio Frigerio e altri.


Cinque i libri presentati a cura di Vittoria Crespi Morbio: innanzitutto “Titina Rota. Teatro Cinema Pittura“, per la collana “Sette dicembre”. Milanese di nascita, cugina di Nino Rota, Titina Rota si dedica a disegni pubblicitari e negli anni Trenta è, a detta di Prampolini, la maggiore costumista italiana. Volitiva e grande lavoratrice, è parte attiva di quella straordinaria ventata di novità che coinvolge il teatro italiano ed è stata anche una costumista del cinema, nel periodo dei “Telefoni bianchi”, vestendo dive leggendarie.
Per la collana “Artisti dello spettacolo alla Scala”, sono stati presentati quattro libri: “Umberto Brunelleschi alla Scala“, “Ebe Colciaghi alla Scala“, “Mario Cito Filomarino alla Scala” e “Alberto Savinio alla Scala“. A eccezione di Savinio, gli altri sono nomi sconosciuti ai più, ma di grande prestigio per la Scala. Umberto Brunelleschi fu famoso negli anni Dieci del Novecento soprattutto in Francia, a Parigi, dove disegnò centinaia di figurini per le ragazze delle Folies Bergère. A lui Puccini affidò i costumi di Turandot quando la stava componendo, ma, fatto curioso, Brunelleschi non fece in tempo a consegnare i figurini. Ebe Colciaghi è stata a lungo la costumista di riferimento di Giorgio Strehler per la produzione del Piccolo Teatro e della Scala e ha firmato i costumi di spettacoli storici, come quello di Margherita Carosio nella Traviata del 1947 e quello di Maria Callas nella Lucia di Lammermoor del 1954. Mario Cito Filomarino, artista raffinato, spirito libero, fu tra i primi disegnatori a diffondere in Italia lo stile Déco, superandolo già negli Anni 20 per seguire un proprio stile fantasioso, immaginario, non catalogabile.
Ogni monografia di Vittoria Crespi Morbio è un gioiello, non solo di bellezza e di grafica, ma anche di ricerca. Grazie alle cronologie degli spettacoli, alle note bibliografiche e, naturalmente, alle tavole e ai disegni, Vittoria riesce a creare ritratti precisi e raffinati non solo con le parole, ma anche con la diversità della grafica, persino attraverso i colori della carta. Sul palco, assieme a lei, c’erano i figli di due degli artisti cui sono dedicate le monografie: Ruggero Savinio e Davide Mengacci, figlio di Ebe Colciaghi, per momenti di grande emozione nel ricordare figure di così alto profilo culturale.
Un grazie agli Amici della Scala per il loro lavoro, che seguiamo sempre con molto interesse.

Foto copyright Ph De Bernardi